“Una sinfonia di sapori e consistenze che mescolandosi armoniosamente può soddisfare il palato più raffinato. Addentare una semla, lasciare che la morbida panna e la dolcezza delle mandorle riempia la bocca è come fermare il tempo e perdersi in uno stato di piacere primordiale.”
Il dolce più tipicamente svedese è la “semla”. Quando ero piccola si mangiava durante il periodo della quaresima e esclusivamente di martedì. Con gli anni le regole si sono ammorbidite sempre di più e ora si può trovare la “semla” da natale a pasqua in qualsiasi pasticceria. C’è qualcosa di quasi sacro nella “semla”. E’ un dolce con radici antiche e gli appassionati, la maggior parte degli svedesi, hanno spesso una propria opinione su come deve essere una “semla” fatta a regola d’arte. Cos’è allora questa meraviglia?
Si fa un impasto di farina, latte, burro, lievito, zucchero e un pizzico di sale e cardamomo. L’impasto va lavorato bene e poi formato a palline, che lievitate e infornate escono dal forno come cupole dorate e fragranti. Questa è la base. Una volta raffreddate, dalle parte superiore delle cupole si taglia un triangolo che diventerà il coperchio. Una parte della mollica va tolta per creare un buco abbastanza grande. Si sostituisce la mollica con la pasta di mandorla (mescolata con la mollica e con un po’ di latte per creare una crema densa) e sopra si dispone una montagna di panna montata….(acquolina in bocca!). Come gran finale si rimette il coperchio e si spolvera sopra lo zucchero a velo.
E’ un capolavoro, non ci sono dubbi. Tanti poeti hanno scritto lodi alla “semla” nei secoli e forti sono i sentimenti riguardo questo dolce celestiale. La “semla” è un argomento scontato all’ inizio di ogni anno. Le riviste e i giornali conducono inchieste di mercato, intervistano anime appassionate, fanno indagini dove si trova “la semla più buona della città” etc. Negli ultimi anni poi sono comparsi dei pasticceri rivoluzionari che propongono “semlor” con ingredienti e forme diverse della tradizione. L’opinione pubblica si è rivoltata verso questi pionieri della farina e i tradizionalisti erano fortemente indignati. Ma nonostante tutto le idee nuove seminano dove c’è terreno fertile e pian piano la novità riesce a procurarsi almeno un modesto mercato. Personalmente non sono integralista, ma quando un negozio del nord della Svezia ha cominciato a produrre e vendere “semlor” d’estate non ho potuto altro che esprimere una certa simpatia per la protesta di Semleakademin (Accademia della Semla): “Un crimine contro la tradizione”.
Breve storia della “semla” |
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Antica Roma | La parola “semla” deriva dal latino “simila” e vuol dire farina di grano del tipo più fine. | |
Anni ‘500 | A Copenhagen si trovano dei “simle-pasticceri” specializzati. Viene introdotto Il buco da riempire, tipico della semla moderna. | |
1631 | I soldati finlandesi di Gustav II Adolf bevono vino e mangiano semla dopo aver preso la fortezza Marienberg e la città di Wurzburg. | |
1679 | La semla si afferma a Stoccolma. | |
Anni ‘700 | La mandorla diventa più diffusa in Svezia. La si macina e mescola con la panna e la mollica recuperata dal buco. | |
1850 | Si comincia ad usare la pasta di mandorle nella semla, che all’epoca era servita con del latte caldo e, qualche volta, con del burro fuso. | |
1890 | La semla assume la forma che ha oggi. | |
Anni ’30 | La panna montata è un ingrediente base nella semla che è diventata molto diffusa. | |
Anni ’50 | Il dipartimento di agricoltura riceve una denuncia dalla polizia di Malmö. Un pasticcere ha prodotto e venduto dei semlor (plurale di semla) prima del giorno di martedì grasso. | |
Allora era permesso produrre e vendere semlor solo di martedì. Finisce il razionamento di latte, zucchero e panna in vigore dalla guerra. Questo significa un grande incremento di produzione di semlor. Resta il divieto di vendita in giorni diversi dal martedì. | ||
Anni ’60 | Abolito il divieto. | |
Liberamente tradotto dal “Några intressanta årtal ur semlans historia” (alcune date interessanti nella storia della semla) della “Svenska Semleakademin” |