Forse è così, invecchiando si comincia a cercare le proprie radici…
Sono svedese e vivo in Italia, più passano gli anni più mi accorgo quanto amo infinitamente il mio paese d’origine. Quando sono arrivata in Italia 25 anni fa, precisamente a Firenze, mi sono sentita una vincitrice, uscita dalle fredde tenebre e entrata in un soleggiato paesaggio di morbide colline, rintocchi di campane e profumi che navigavano con me per le strade di sera. Eh sì, avevo trovato il mio paradiso! Volevo rinnegare la mia vecchia patria che ormai non mi apparteneva più, preferendo questa idilliaca esistenza intrisa di calore e di umanità. Ovunque andavo c’era la presenza monumentale dell’Uomo. Niente silenzio o fruscio di migliaia di alberi, niente strade vuote bagnate dalla pioggia, niente grida di uccelli nella landa desolata, niente solitudine. Ero arrivata nel paese del sole e dell’eterna felicità. Poi però passa il tempo, si cresce e si cambia. Penso sempre di più alle terre desolate dove gridano gli uccelli, le strade vuote bagnate di pioggia, il fruscio di migliaia di alberi in un vecchio bosco…. la neve che cade lieve e veste tutto di un bianco ovattato, il silenzio. Adesso mi manca la parte di me che ho lasciato lì sulla roccia, dove da bambina prendevo il sole e ascoltavo il mare e i gabbiani. La natura era in me ed io nella natura.