Quando ero piccola il piatto obbligatorio di ogni domenica era carne arrosto con patate lesse e “brunsås” (salsa marrone). Verso l’ora di pranzo, passando per le strade, si sentiva uscire da ogni casa l’odore di manzo arrosto, spesso accompagnato con una nota di bruciato. Che questa carne poi andasse servita nel modo classico con patate e “brunsås” era fuori di ogni dubbio.
Quando la Svezia nel 1810 – all’improvviso – si trovò senza erede al trono, fu chiamato il maresciallo francese Jean Baptiste Bernardotte per salvare il paese. Allora si aprirono le porte non solo alla politica francese, ma anche alla cultura e i costumi dei francesi. Questa influenza si ritrova in tante parole svedesi come per esempio “trottoar” (marciapiede), “fåtölj” (poltrona), “paraply” (ombrello), “följetång” (racconto pubblicato a puntate) etc. Però il francese si è fermato essenzialmente in cucina. Continua a leggere



Tanti anni fa, un uomo di legno fu trovato sulla riva di Påskallavik, un paese sul mar Baltico. La scoperta di questo uomo bizzarro, le gambe troppo lunghe, una giacca rossa e un cappello a cilindro, suscitò molta curiosità tra la gente e tante furono le teorie sulle sue origini. Quando ero piccola, “Röde Gubben” (l’uomo rosso) che è diventato il suo nome ufficiale, era da tempo diventato il simbolo del paese e in suo onore fu fondata un’associazione che doveva servire al bene della cittadinanza. Alcuni anni fa feci un serie di acquarelli ispirati dall’uomo di legno e in quella occasione mi venne in mente di scrivere una storia; la mia versione della vita dell’ uomo di legno, della quale questa è la parte finale. La notte di Valpurga (30 aprile) mi sembrava una bella cornice della storia, anche perchè la tradizione vuole che sia festeggiata nel boschetto, a due soli passi dalla roccia di Röde Gubben.